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Il restauro del Clavicembalo
firmato "VIDUS TRASVNTINVS F. MDLXXI"

3.1. Criteri d'intervento

Lo strumento è stato preliminarmente misurato, fotografato e sottoposto ad un accurato studio organologico che ha portato in evidenza le alterazioni subite. Le sue condizioni di conservazione sono state documentate. I risultati di questa fase di lavoro sono riassunti nelle pagine precedenti.

Lo studio preliminare ha rivelato che il registro di 8', coi suoi ponticelli, si trovava sostanzialmente nelle condizioni d'origine e avrebbe potuto ancora fornire indicazioni attendibili sulle qualità musicali dello strumento.

Successivamente sono state prese in considerazione le conseguenze possibili di un ripristino della tensione, e l’eventualità di perdere indizi e testimonianze è stata attentamente valutata per ogni operazione messa in atto.

In quasi tutto l'ambito, le corde dello strumento presentavano una tensione adeguata al loro materiale. Al momento dei rilievi, il diapason medio dello strumento era circa una quarta sotto rispetto a la3 = 440 Hz. Tale diapason corrisponde all'accordatura stabilita nel restauro precedente (documentata in Tagliavini L. F. Op. cit.). Poiché l' ultima accordatura risaliva a non meno di sei anni fa, era certo che la cassa poteva reggere una tensione adatta all'uso musicale.

Dopo un'accurata indagine delle caviglie e delle punte d'aggancio non sono state rilevate tracce di corde antiche, o semplicemente vecchie.

Ho accennato in precedenza a due differenti interpretazioni d'incordatura. I motivi che portarono, nel 1970, a scegliere un diapason traspositore possono farsi risalire all'influenza degli studi di J. D. Shortridge e al ritrovamento di un documento del 1674, in cui viene citato un cembalo di Vito Trasuntino accordato alla quarta bassa (Vedi Tagliavini, L. F. Op. cit.). Tuttavia, non mi sembra che una testimonianza della seconda metà del Seicento (quando il gusto musicale era alquanto mutato rispetto al secolo precedente e molti strumenti più antichi erano stati modificati) possa dare indicazioni attendibili per lo strumento in esame. Inoltre, è probabile che il presente clavicembalo non sia neppure stato costruito da Vito Trasuntino. Per finire, come ho già accennato, studi più recenti hanno alquanto indebolito le tesi di Shortridge. Sulla base di queste considerazioni ho ritenuto di modificare l'incordatura del cembalo e accordarlo a un diapason più alto.

Le parti meccaniche (tastiera e salterelli) sono pervenute in uno stato così precario di conservazione; che (visti anche l’eterogeneità degli elementi e il carattere prevalentemente spurio delle parti) ho valutato sfavorevolmente la possibilità di un loro riuso. Qualsiasi operazione volta al ripristino avrebbe portato alla perdita d'indizi e testimonianze relativi ad un momento della vita del cembalo. La tastiera e la maggior parte dei salterelli, anche se non originali, provengono tuttavia da altri strumenti storici, e come tali vanno considerati.

Una tastiera d’uso e nuovi salterelli, su modello dei pochi originali pervenuti, sono quindi stati realizzati.

 

3.2. Operazioni effettuate

Tutte le corde moderne pervenute sono state asportate, catalogate e conservate. Ho approfittato di quest'operazione per controllare, una per una, lo stato delle caviglie, per verificarne l’ossidazione ed eventuali segni di distacco della vernice dorata. I controlli hanno dato risultati soddisfacenti: l’ossidazione era a livelli più che accettabili e la vernice dorata ancora presente aveva una buona coesione sulle caviglie. Ovviamente, queste ultime sono state poi ricollocate nelle stesse sedi in cui furono trovate.

Prima di procedere all’assemblaggio di nuove corde ho tolto le guide dei salterelli che erano invertite di posto. Per fare questo, ho temporaneamente scollato il supporto destro del traversino, già in precarie condizioni d'incollaggio: l’operazione non ha creato problemi e il supporto è stato asportato con molta facilità.

Dopo i rilievi necessari, le guide sono state poste come indicato dalle incisioni più antiche (Cfr. 1.5.1. e 2.3.1.).

Le nuove corde, tutte in ferro con leggera percentuale di carbonio; sono state fatte con filo "M. Rose" la cui densità approssimativa è 7769 Kg/m3 .

 

Sono stati montati i seguenti diametri:

Registro di 8’

Registro di 4’

Nota

Diametro

Nota

Diametro

do1/mi

0,48

do1/mi1

0,36

re1/fa#1

0,44

re1/fa#1 - mi1/sol#1

0,33

mi1/sol#1

0,40

fa1 - la1

0,25

fa1

0,36

sib1 - re2

0,23

sol1

0,33

mib2 - sol2

0,21

la1 - si1

0,30

sol#2 - re3

0,19

do2 - fa2

0,27

mib3 - fa5

0,16

fa#2 - la2

0,25

   

sib2 - re3

0,23

   

mib3 - sol#3

0,21

   

la3 - re4

0,19

   

mib4 - fa5

0,16

   

Tale incordatura è calcolata per un diapason la3 = 440 Hz., che, a mio parere, è vicino al diapason per il quale il cembalo fu concepito.

Ho asportato le strisce di feltro, moderne, dalla lista anteriore della tastiera e da sotto il traversino dei salterelli. Le ho sostituite con strisce di panno scuro; per uno spessore complessivo di mm 3,1 (sulla lista anteriore del telaio della tastiera) e di mm 4,1 (sotto il traversino). La corsa dei tasti è così delimitata dal telaio della tastiera. Tutti gli elementi asportati sono stati archiviati.

 

3.3. Rifacimento delle parti meccaniche

La tastiera e il suo telaio sono stati rifatti, per il riuso, prendendo a modello tastiere d'altri cembali veneziani coevi e adattandone le dimensioni allo strumento Fig. 12 e Fig. 13.

I salterelli sono stati rifatti prendendo a modello i nove, di tipo D, descritti sopra.

Ho evitato di operare sulle guide per facilitare lo scorrimento; ogni aggiustamento è stato fatto esclusivamente sui nuovi salterelli.

Le tracce di grafite presenti nelle cave delle guide erano precedenti all'attuale intervento, durante il quale non è stato fatto uso di lubrificanti.

I salterelli sono stati impennati con penne d’oca.

La tastiera e i salterelli asportati sono conservati a parte, in una bacheca a lato dello strumento.

 

Turbigo, 22 Giugno 1993.

Augusto Bonza

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